È la Democrazia, Capitano

Pochi, comunisti e sporchi? No: soltanto gente legata al Sud. Alla sua Passione. E difesa.

Corigliano Rossano, una sera di gennaio. La temperatura cala ma solo come meteo. In piazza Salotto, nello Scalo coriglianese, arriva Matteo Salvini. È un suo diritto essere qui. È il suo lavoro.

Dalle 17,30, poco più lontano dalle parti della stazione ferroviaria, c’è chi non lo voterà, il Capitano. Perché non può amare il suo sovranismo. Perché ricorda certe canzoni contro i meridionali. Perché sa che anche i pochi soldi della 106, per esempio, sono volati nelle tasche del Nord.

Anche questi cittadini hanno il diritto di stare qui. E poi di andare su via Nazionale, finanche protestare. C’è un cordone di poliziotti e non si può entrare in piazza e ci sta pure questo: nella sera coriglianese ognuno onora il suo ruolo. Pacificamente.

È bella la gente che protesta contro la Lega. Colorata, sorridente. Mai becera, mai violenta. Canta, ha palloncini colorati in mano. E cartelli, e simboli delle Sardine. Ci sono donne, anziani. Ci sono bambini e studenti. Ma quali comunisti, Capità? E cangiall ‘a canzun.

Ci sono pure quelli della Lega. Sul palco, certo. In piazza. Vedi passare la (eterna) giovane professionista ieri Margherita, poi Forza Italia, poi forse di nuovo progressista, ora leghista. E ci sta il professionista che ha sempre saputo bussare ai sinistri quando governavano il Comune. E ora fa la rivoluzione.

Ci sta. Pure questo fa parte del gioco. Loro applaudono uno che non sa, forse, manco quanto siano le province calabresi. Che forse non conosce la differenza tra un clementino e un mandarino. Invece, gli altri non ci credono alle favole e lo urlano alle stelle di un Sud che accoglie tutti. Pure chi lo disprezza da sempre.

È bella, la notte di Corigliano Rossano. E mai come stavolta chi non èha avuto torto, ha torto. A cominciare dai Partiti, 5 Stelle comprese. Ma forse va bene così: la piazza è una cosa seria e va coltivata, va rispettata. La Sinistra locale sa ancora farlo? Forse no. Stavolta no.

Pazienza. Ci sarà modo e tempo per capirlo. Oggi no. Ci sono quei visi sorridenti e belli. Ci stanno i loro colori e le loro canzoni, Bella ciao compresa. Che è il canto dei partigiani che hanno liberato l’Italia dalla dittatura. Ed erano di tutti i partiti, pure cattolici. Ed erano italiani, mica migranti. E che una mattina, stanchi delle catene, si sono svegliati.

Capitano, è la Democrazia. Il diritto a pensare. Dire No. Dirti No.

(Corigliano Rossano, 18 gennaio 2020)

Un commento su “È la Democrazia, Capitano”

  1. Fuori dal coro
    Grande festa ieri a Corigliano. Per la prima volta, da anni ormai, finalmente lo scalo si riempie di gente. Tanta gente, palloncini colorati, pesciolini , bandierine, canzoncine e canzonette. Gente elegante, con pellicce e pellicciotti e gente meno appariscente. Ma tutti felici di esserci, di partecipare all’Evento. E l’Evento non si è fatto mancare nulla, pure i grandi comici c’erano, quelli veri e quelli mascherati, tutti insieme in un unico coro.
    C’eravamo anche Noi, ad osservare questo fenomeno di costume, pur non condividendo l’ideologia di quello che si stava promuovendo, ma approvandone la metodologia. Lo scendere in piazza, tra la gente , mettendoci la faccia, anche col rischio di essere presi a pesci (…pardon sardine..) in faccia.
    Il tempo delle canzonette (anche se belle, bellissime) è finito, superato.
    O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao cià…

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