Provate a immaginare un incubo. Una mattina qualcuno si sveglia e vi denuncia.
Non vi parlo di reati gravissimi. Nessun omicidio o associazione mafiosa. Ma una semplice querela oppure il frutto di qualche lite condominiale. Un piccolo reato qualsiasi ma che abbia dignità penale. Roba da finire in Tribunale.
Ora riflettete sulle lungaggini della macchina giudiziaria italica. Pensate a quanti processi (pure in primo grado) non abbiamo mai una fine. Per esempio cinque anni, dieci… e pensate che, stavolta, alla sbarra ci siete voi… voi i mostri del caso, voi i presunti rei.
Si, lo so bene. Il nostro ordinamento giuridico (che è uno dei più evoluti ed equi che ci sia, pure se alcuni storceranno il naso ora) prevede che si sia tutti innocenti fino alla condanna definitiva. Ma ciò vale per le aule dei Tribunali. Per l’opinione pubblica è l’opposto e già solo la denuncia o l’indagine valgono come condanna popolare.
E allora sedetevi voi alla sbarra e sopportate questo incubo infinito. E magari beccatevi (pure ingiustamente) la condanna in primo grado. Per poi attendere altri anni una qualche forma di giustizia. Senza potervi più appellare, neppure, alla cosiddetta prescrizione: immaginate, così, di diventare degli ostaggi degli uffici giudiziari che non funzionano.
In questi termini, la questione della prescrizione cancellata in queste ore non ve l’hanno raccontata, vero?
Certo che no: il populismo italico vi ha parlato dei grandi truffatori mai finiti in carcere grazie alle furbizie dei loro prezzolati avvocati di grido. Oppure delle tante ingiustizie mai sanate da una sentenza sempre per colpa della prescrizione.
Populismo, appunto. Perché i cosiddetti grandi numeri ci dicono altro: raccontano delle ansie di troppi cittadini finiti per anni nelle sabbie mobili di una macchina giudiziaria lenta, tentacolare, arrugginita. Un Governo serio dovrebbe mettere mano sulla velocità dei processi. Invece di fare demagogia.
Ma i grillini si sa, su tante questioni, come ragionano. La delusione nello specifico viene dal Pd che ha nicchiato, si è fatto complice, ha permesso quest’assurda decisione per tenere in piedi il Conte-bis. Un grave errore politico e una follia: per un conto molto alto che pagheranno le prossime generazioni.
E ora buona fortuna a tutti noi. Perché se si finisce nel faldoni di un giudice, adesso il rischio è serio: trasformarsi, di fatto, in un imputato a vita. Alla faccia della presunzione di innocenza e di tutte le vecchie (e rassicuranti) garanzie nostrane. Che affarone, vero?
E tutto questo nel Paese di Cesare Beccaria…
Sul nostro ordinamento giuridico equo…in effetti, storco un po’ il naso.