Il dialogo dopo le barricate

Signori: la guerra è finita. A Corigliano Rossano ne prenda atto anche il Pd.

Soprattutto il Pd. Specie ora che ha rinnovato i suoi quattro Circoli. Adesso che ha una forza diversa rispetto al vecchio partito Cosenza-dipendente. Ora: che ha già annunciato il suo No a Mario Oliverio leader regionale.

Il Pd deve aprire gli occhi e sanare la diaspora di primavera. Nel pieno rispetto delle regole interne, nessuno può far finta che si possa andare oltre con il partito diviso. Perché senza unione non c’è un futuro, non si possono coltivare delle prospettive.

La campagna elettorale per il Comune va archiviata. È quella guerra finita che deve lasciare il posto al doveroso dialogo tra i vecchi compagni già nemici. Senza rinnegare la scelta di Promenzio sindaco ma, tuttavia, senza inabissarsi politicamente sprofondando nelle sabbie mobili di quella stessa scelta di campo.

Nella scorsa primavera il Pd si è diviso su quella scelta. La Sinistra locale lo ha fatto nel suo complesso. Una parte ha scelto di correre al fianco dell’attuale sindaco Stasi. A tre mesi da quello strappo fatale, c’è già qualcuno che storce il naso rispetto all’attuale maggioranza. E in tanti bussano di nuovo alle porte del Pd.

Non si può far finta che non stia prendendo corpo questo desiderio di ritorno a casa. Né si può pensare di chiudersi a riccio senza imbastire, almeno, un mezzo tentativo di dialogo. Che non vuol dire mettersi a fare l’occhiolino a Stasi, magari per ampliarne la maggioranza consiliare.
Il Pd non deve progettare ammucchiate. Ha un suo rappresentante in Consiglio comunale, Aldo Zagarese, e tanto gli basti. Ma i tesserati che hanno votato Stasi devono essere recuperati alla causa. Magari con la mediazione dello stesso Zagarese. Magari in sinergia con i quattro nuovi segretari dei Circoli.

La guerra è finita. E non è stata certo una guerra santa o qualcosa di più radicale. È stata sì una diaspora dolorosa, ma ora si volti pagina. Senza alzare barricate da entrambe le parti. Perché in questo piccolo dramma politico locale, non ci sono né perdenti né geni, né puristi né dilettanti. Ci sta un partito che sta ricostruendo la propria casa. E mai come oggi ha bisogno di braccia e di menti.

Del resto, se a Roma si governa con gli ex odiati 5 Stelle, perché in quel di Corigliano Rossano non si può lavorare per riunire le fila di sempre? Serve: per essere ancora più forti rispetto a certi ras cosentini. Serve: per recriminare un ruolo da protagonisti nel Pd dello Jonio.

È questa la nuova sfida. Forse la più difficile. A oggi la più importante.

Corigliano Rossano, 15 ottobre 2019

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