Fusioni & fusi jonici

In piazza San Francesco, a Corigliano Paese, sul palco prende la parola Antonio Cimino. Emozionato, racconta la parola identitario.

Trattasi di un aggettivo. Pure sul web si trova la soluzione all’arcano, si fa per dire. Relativo all’identità, nel senso di coscienza, anche collettiva, della propria individualità e personalità. Antonio è candidato in quota a Civico 17, con Promenzio. E quella parola ha un senso preciso.

Ad Antonio interessa sottolineare che lui come altri coriglianesi lottano con Promenzio ma non dimenticano la propria avversione a una idea di fusione tra Corigliano e Rossano che non capiscono, non digeriscono. Lo ha già spiegato sere prima all’Acquanova. Lo ripete ora.

Siamo comunque contro questa fusione e vogliamo vedere cosa ne sarà nel prossimo Consiglio – è il senso, semplice, del suo esordio su quel palco. Gino Promenzio lo guarda e si intuisce che non condivida del tutto una simile esternazione. Qualcuno applaude, i Soloni fanno spallucce.

Il resto è Storia (almeno elettorale). Comprese le cattive notizie romane che annunciano zero tituli (e zero euri) per mandare avanti la baracca corsanese. Anche i Soloni esplodono incacchiati, adesso. E qualcuno ha pure la forza e la faccia tosta per accusare di chi sa cosa Gino.

Alla fine, chi se lo ricorda più quel timido comizio di Cimino sul palco di San Francesco? Come pure di certi programmoni amministrativi che – in teoria – avrebbero dovuto fare da base alla costituente della nuova città. Le vittorie, si sa, hanno mille padri. Le sconfitte sono orfane.

Finita la festa, ognuno se ne torna all’ombra del proprio divano. Ed è lì che rispolvera vecchie lotte personali. La fusione non l’abbiamo voluta mica noi, eh – ma soltanto adesso ve ne ricordate, amici cari? Per giorni ci avete spiegato che… dovevamo stare zitti, volare alto

E via a raggiungere nuvole, allora. Ottimisti, sognatori: neo Icari pronti a farci bruciare le ali. E poi giù, pure stavolta, a pagare per tutti voi. Ché avete sempre la verità in tasca, quella assoluta, e la gestite e mutate di stagione in stagione. Secondo le bizze del potente e del vento.

Isterici e coriacei Soloni di una terra senza meriti e senza memoria.

Un commento su “Fusioni & fusi jonici”

  1. Credo che tutti i “si” hanno mentito a se stessi… Ora resta solo la tristezza di una menzogna “l’alterazione verbale della verità, perseguita con piena consapevolezza e determinazione” soptatutto da parte di tutti quelli che spacciando l’uno votavano altro.
    Questo il vero male di questo paese,
    Vendersi la propri dignità in cambio di una qualsiasi cosa, basta che qualcosa si guadagni…
    L’omertà, lo scambio, anche solo far finta… è la vera mafia incarnata quasi diventata la “Cultura bene” perdendo così i valori giusti.
    Perdendo così la propria identità!

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