Cemento & fango

Costruiti sul fango. Nella pancia di frane o canali. Costosi e insicuri. Venduti però con tutte le carte in regola.

Uno, dieci, cento nuovi condomini. Cemento che prende il posto delle campagne. Progetti senza difetti sulle scrivanie di chi deve dare i permessi del caso ma poi, magicamente, carenti nella realtà.

C’è pure questo mistero dietro la fuga dai centri storici corsanesi. E a Corigliano, anche di più. Basta un temporale per sollevare il tappeto sotto il quale in tanti hanno nascosta la monnezza di certa urbanistica.

A Cozzo Giardino, in via Lucarini, nell’area del Walt Disney, in zona stazione, in Contrada. Per non dire dell’infinito inferno di Schiavonea. Strade sott’acqua, colline che si sciolgono in fiumi di fango, gente che perde il sonno e teme il peggio.

Niente di nuovo sotto il sole complice di Corsano. Di recente, ed era ora, pure la Procura di Castrovillari se n’è resa conto tirando le somme rispetto al disastroso nubifragio di qualche estate fa: e così, abbiamo scoperto che mezza Fabrizio non dovrebbe esistere. Ma va?

Diciamocelo chiaro: sulla scommessa cemento qualcuno ha barato nel passato. Intanto dalla parte dei costruttori: forse non tutti, ma tanti. Poi da parte di chi, negli Enti, doveva controllare le famose carte e non permettere gli scempi ambientali attuali nonché l’ansia dei residenti.

Così gli impiegati. E il mondo politico? Non ha capito, non ha visto, non ha vietato il peggio. Su quel cemento alcuni hanno creato il proprio successo elettorale, complici di uno sviluppo squilibrato e forse, a volte, non al di sopra dei peggiori sospetti. Nessuna voce contro, nessuna denuncia: tutti partecipi e correi nel saccheggio del territorio.

E ora? Nel coro generale del nuovo corso legato alla nuova città, si vive l’ultima possibilità di cambiare – davvero – le cose. Ma non con gli slogan. Chi si candida abbia il coraggio morale di chiamare per nome i problemi e i loro artefici. Non faccia come gli altri, prima di lui: sappia chi sono le cattive compagnie di sempre e le tenga lontane.

Chi si candida ci dica come immagina la nuova città. Se ha intenzione di fermare il cemento o di produrne altro. Se ha la forza necessaria per denunciare lo schifo attuale e neutralizzarlo per sempre. E ce lo dica con poche parole, semplici e chiare. Ci dimostri che davvero è tempo di nuovo.

Prima di sprofondare tutti nell’ennesimo fiume di fango.

Cozzo Giardino, Corigliano Rossano (febbraio 2019)

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