Un libro ci salverà

Contano i numeri. Pesano le coalizioni. E le amicizie importanti. Non si va da nessuna parte senza alleati eccellenti. Si, ma: un libro salverà la Politica. E da noi pure di più.

Il mio giovane amico mi dice del suo modo di vedere le urne 2019. E quando parla degli intellettuali locali, un po’ storce il naso. Non lo convincono proprio, costoro. Non digerisce il loro perbenismo. Né le rese. Né le pigrizie. Fors’anche la loro Cultura: questo particolare che stride spesso con la matematica del voto.

Non è l’unica allergia che affligge il mio giovane amico. La lista è lunga: i (falsi) comunisti, i (falsi) sindacalisti, il Pd troppo chic, i 5Stelle troppo populisti. E l’aborto (falsamente) terapeutico. E altre mille cosette che ne scatenano l’ingenua passione. Mi piace ascoltarlo, pure se non ne approvo un solo accento. Un tempo gli avrei già messo le mani al collo.

Ma uno cresce. E io sono invecchiato, che è pure peggio. Sono cresciuto con la Tv da un canale solo e in bianco e nero e oggi vedo trasmettere di tutto sui telefonini. Sono diventato adulto picchiando sui tasti di una Olivetti e ora vedo scrittori pubblicare su portatili ultrapiatti. Ho perso un mare di capelli e anche più di un sogno, di quelli belli.

Gli intellettuali, giovane amico… che razza strana. Non credo che ce ne siano stati tanti nella nostra Italietta, pensa un po’ da noi. Un Pasolini ogni tanto, forse. Un paio di Fallaci. Ma nulla di più: peccato. Magari ne trovassimo uno nelle nostre contrade. Farebbe bene a tutti, pur con i suoi modi scontrosi di obiettare su qualunque argomento. Ci farebbe riflettere.

Ma dove stanno, da noi, gli intellettuali? Qualcuno recita a soggetto un ruolo del genere, predica propri meriti mai del tutto tangibili, ci abbaglia con il proprio autocelebrarsi. Ma un intellettuale è altro: è azione, è pensiero, è provocAzione. E poi esempio, e poi lotta. E poi messaggi forti, d’una follia che rasenta la libertà. Ne trovi di gente così in giro, amico?

Credimi: io mi accontento di meno. E se già trovo qualcuno che ha un po’ di cultura in tasca, è festa di mente e di cuore. Perché il guaio sai qual è? Te lo dico: è ‘sta moda nuova che glorifica l’ignoranza, il luogo comune, la violenza delle fake anche su Cristo. Se il cittadino avesse un pizzico di conoscenza in più, su tutto, nessuno lo prenderebbe per il naso.

La definiscono cittadinanza attiva. Ha mille definizioni ma in fin dei conti non è altro che la bussola che ognuno può avere nel districarsi nella giungla pubblica quotidiana. E non puoi farlo, non sai farlo, se non hai mezzi culturali per riuscirci. Quel patrimonio di conoscenze che si trasforma in punti cardinali, salvandoci tutti dal naufragio.

Altro che intellettuali. Un libro ogni tanto può bastare. Un po’ di sano inchiostro da consigliare alla gente e a chi la governa. Non è poi così difficile, sai, giovane amico mio.

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