Il vento taglia la faccia e gioca con la statua della Villetta. Qualche macchina gira fino a tarda notte. Il resto dorme.
Ogni tanto ci torno, a Corigliano. Ci trovo sempre un particolare e nuovo a cui appassionarsi e quattro ombre in più che ti vien voglia di scappare via. Ma è un istante e basta resistere. Poi anche il vento gelido non ha la forza per portarti allo Scalo. E ci resti, qui. E ne vivi la notte.
Corigliano è un mare di tegole. Crocicchi che vengono giù a granelli di polvere. Bocche mute pronte a recitare preghiere altrove. Corigliano è una valigia pronta ai piedi d’una stufa. Muscoli che si flettono nello sforzo d’un nuovo trasloco. Nella Marina si sta meglio, dicono.
Sfido queste solitudini e ne parlo con due gatti. A ogni angolo ho il terrore di dover fare i conti con qualche ratto. Intanto faccio finta di non vedere la sporcizia con cui finiscono di uccidere quest’angolo bello di Calabria. E penso a cosa potrebbe essere se… e la notte passa.
Ogni tanto vengo qui ad aspettare qualche amico dello Scalo. Dove sei, che mica ci so arrivare – mi sento ripetere al cellulare. Vengono qui solo per depredare fiducia e voti. Poi, a mala pena, conoscono soltanto la via del Castello. Ci abiteresti qui? – Ma sei pazzo? E tanto mi basta.
Ci sono giorni che il sole si sveglia di traverso, a Corigliano. Scivola sulla pelle delle sue tegole, gioca con le macerie dei crocicchi. Va a spiare nelle case e ruba gli accenti di chi, qui, ancora ci vive e non lo smuovi manco con le cannonate. Al sole piace ‘sto posto. Pure in questi giorni.
Ai suoi figli no. Fanno i moderni, loro. Ci salgono per due processioni o per un selfie di passaggio. E poi basta. Lontano sembra che tutto vada meglio. E che ci sia, comunque, un mezzo futuro.
Ma un albero muore se non curi le sue radici.
Corigliano Calabro, 16 febbraio 2019
Mi dai sempre forti emozioni.
Carissimo Emilio, bella penna nel cuore di un Poeta.
Piero
Grazie per questa Bella visita Emilio.