Purtroppo,
stanotte ancora,
il Tempo ci è
nemico.
Per questo
non parlare: la
tua voce sia
vento torrido
caro ai canali
d’agosto, sibilo
di serpe, nenia
stanca di cicale
stregate dalla
Luna.
Non chiamare
per nome ciò
che sarà da qui
all’alba: narrami
soltanto il tuo
Inferno che
sa di sogno e
cuore che non
si può domare.
Poi, forse, pure
noi scopriremo
la dolce carezza
del nuovo
giorno.
Ma ora no: stai
qui nel mio animo
e non regalare
nulla di noi
a ciò che ancora
per un po’ il
mondo chiamerà
“Notte”.
(29 agosto 2015)