Sarremo (2022)

E tutti dalla parte della gente di colore. Tutti progressisti che amano l’attore che si traveste. Tutti anti-scandalo.

E poi dicono che non esistono più i miracoli. Esistono eccome e vanno in scena a febbraio. Meglio se sull’altare di Mamma Rai. Ci pensano i sermoni delle vallette di Amadeus a infiammare le nostre coscienze. Così, d’improvviso, c’era una volta il razzismo nell’Italia dei barconi da rimandare indietro e dei morti nel Mediterraneo. Cinque minuti di diretta Tv ed è fatta.

Achille sale sul palco e promoziona il nuovo disco battezzandosi e noi che, da bravi illuministi occidentali, ci scandalizziamo per quei bigotti che sentono offesa la loro fede cristiana. Dieci minuti di discreto Teatro e addio alle volgarità su travestiti, gay e diversità varie. Un perfetto sconosciuto (ai più) fino all’altro ieri diventa una sorte di eroe/eroina nazionale. E giù applausi pure quando, come replica a una battuta casereccia della Zanicchi (Mi sa che tu hai altro più di me, o giù di lì), il nuovo lume italiota ci regali un Si, sono colta (una cafonata senza se e senza ma).

Intanto i calabresi si incacchiano per lo sceneggiato La sposa e per Zalone, rei di rappresentare i presunti e peggiori luoghi comuni sulla Calabria (notorio paradiso in fatto di economia, strutture pubbliche e cultura della legalità). Ma ci sta, dai: a febbraio la fiera è questa e tutto davvero sembra reale. Anche quest’Italia migliore che si arma per le crociate che partono dal palco del Festival della Canzone. Ovviamente solo battagliando sui Social eh, se no pare brutto.

Il Carnevale generale comincia così. E non è manco tanto malaccio. Riesce perfino a risparmiarci per qualche giorno le trasmissioni sul Covid (per i cui nostalgici ci pensa Rete4 a ricordarci che tutto va male e che la gente morirà di fame più che per il virus cinese). Un solo imperativo: crediamoci. E guai a pensare che sia solo una grande farsa in cui anche i valori più alti sono usati per raccattare sponsor. Può starci, no? E del resto cosa aspettarsi di più da un teatrino prodotto in un paese che ha per nome quello di un Santo che non esiste (e in effetti ha come Santo Patrono, Romolo…).

Ci può stare e stiamoci (per la cronaca, a me è piaciuta tanto la canzone Abbi cura di te – che infatti è quasi ultima in classifica).

(Sanremo, Italia – 4 febbraio 2022)

4 commenti su “Sarremo (2022)”

  1. Sempre controcorrente, sempre la pecora nera che si distingue dalle tante pecore bianche pronte ad elogiare le battute sulle varie “colture” di turno.
    Un’altra chiave di lettura, un altro modo di interpretare quello che ci viene propinato.
    Il modo migliore. Proud of you . CHAPEAUX

  2. Condivido totalmente Emilio. Il politically correct Che La RAI da un po’ sta perseguendo mi lascia indifferente. In ogni trasmissione, in ogni fiction sono sempre ben rappresentati omosessuali, trans, bisex, ecc, tutti i colori possibili, quindi anche a Sanremo era ovvio succedesse la stessa cosa. Del resto Amadeus è il classico “uomo d’azienda” ubbidiente e pronto a baciare il direttore di turno, anche lui, se non erro “Marche a gauche”. Ormai fanciulle e fanciulli prima di decidere a quale sesso più godereccio si fanno una cultura semplicemente guardando la tv. Ciao Emilio. Le canzoni? Le musiche sono quasi inesistenti, i testi non m’interessano, quando ho voglia di poesia ho ben altro da leggere.

    1. È il segno dei tempi che ci vuole vittime di chi sentendosi inferiore ci impone di riconoscerci inferiori. Inferiore come generi inferiori come scelta religiosa, insomma inferiori.
      Qualcuno dovrà pur capirlo ed iniziare a cambiare rotta
      👌

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