Riusciranno i nostri eroi?

Non sarà più nulla come prima. Per forza. La pandemia attuale non ci lascerà una grande eredità. Sarà diverso il mondo.

Saremo diversi noi. Come singoli e come popolazione. Sarà diverso il mondo del lavoro. Saranno altra cosa i conti pubblici. I ragazzi stessi non saranno più tanto ragazzi come qualche settimana fa. Una guerra lascia sempre macerie alle sue spalle. Così stavolta.

Così anche per la Scuola. Cosa produrrà tenere chiusi i vari Istituti per non rischiare ulteriori contagi? La didattica a distanza salverà prof e studenti dal naufragio? Riusciranno i nostri eroi ad approdare a esiti utili nonostante la solitudine della traversata?

Scrivo mentre già il premier Conte accenna a un ulteriore stop alle lezioni. Con ogni probabilità andrà a farsi benedire tutto il mese di aprile. Occorre fare i conti con l’eccezionalità del momento. Quindi spazio ancora alle lezioni a distanza. Ma…

Qualcuno non ci sta. I Sindacati di categoria ricordano che le regole a scuole sono altre. Che per esempio non si può valutare a distanza. Che non ci può essere una Scuola realizzata in questa maniera. Che si deve mettere mano a una ben differente progettualità.

Si tratta di giuste rivendicazioni e prese di posizioni. Si tratterebbe. E si perché le regole valgono in tempi normali, non in guerra. Ognuno di noi è libero di andare al bar o in giro come gli pare nella sua vita: ma non in questo periodo di quarantena, giusto?

E che dire di medici e infermieri? Non hanno diritto ai turni, alle ferie, a orari umani pure loro? Certo: ma non in questo momento così tragico. E ci pensate se domani un loro sindacalista ci dicesse che i medici non devono più stare ore e ore a curare chi sta morendo: quale sarebbe la nostra reazione?

L’emergenza ha le sue regole. E uno ci deve fare i conti. Cosa stanno passando in questi giorni le forze dell’ordine, per esempio. Quali sono i rischi degli addetti alla vendita al dettaglio? Finanche lo Sport ha detto stop in tutto il mondo. E qualcuno predica sulla normalità?

Non stressate studenti e famiglie con le lezioni a distanza – ci spiega pure la psicologia di turno. Questi ragazzi italiani li dipingiamo sempre come dei deboli che vanno in tilt per una lezione in più sul cellulare o sul pc. Ma nelle aule normali non ci stanno sei ore al giorno? Oppure vanno per corridoi e se ne fottono di fare scuola?

Nulla sarà più come prima. Ma magari potrà essere anche meglio. Ce lo dice la Storia: ogni tragedia mondiale ci ha sempre lasciato anche un qualcosa di positivo. Per esempio, dopo il Nazifascismo noi abbiamo avuto la democrazia. Perché questo non può valere anche per la Scuola della Penisola?

Certo, per prima gli insegnanti dovranno impegnarsi. Non solo compiti e lezioni in balia del web. Ma chat room live, lezioni e spiegazioni in chat video. Anche consigli sui gruppi di messaggistica e sui Social. Insomma, basta ruggine. Anche perché se non ci pensano gli adulti a impegnare un poco i ragazzi, questi se ne vanno per strada. E fanculo quarantena.

Allora: riusciranno i nostri eroi? Se vogliono si. Ma devono volerlo.

“Dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse”

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