Abbenedica Vussuria

Anno Domini 2020: Jole Santelli viene eletta regina di Calabria. Viva Jole.

Non si può certo dire che agli attuali calabresi manchi il coraggio di voltare pagina. Forse vanno in pochi a votare, è vero. Ma quando ci vanno sono decisi. Nel 2000 scelgono Chiaravalloti per Forza Italia, cinque anni dopo Loiero per i progressisti, nel 2010 Scopelliti per il Polo e dopo Oliverio.

Ad alternanza non c’è male. Un po’ come a delusione continua. Altro giro, altro tentativo con tanto di speranza: ed ecco la prima donna al timone calabro, la Jole cara a Previti e al Cavaliere. Hai visto mai che con lei la musica cambi? Vedremo: intanto è champagne nell’eco delle note d’una tarantella con cui festeggiare.

Novità di facciata a parte, la Calabria resta quella di vent’anni fa. Il Pd resiste ma senza eccellere, i grillini vanno verso l’estinzione politica, la Lega dimezza l’exploit delle Europee e le sardine non riempiono mai le piazze, come in Emilia: né si trasformano in… tonno. Solo Forza Italia non tradisce le attese. E, mentre l’Italia vede gli azzurri in calo ovunque, qua dominano.

Nella Calabria a trazione ridotta, la Storia zoppica e tutto arriva… dopo. E allora Silvio Berlusconi può prendersi qui le sue rivincite elettorali che si sogna persino ad Arcore. E poco importi se un paio di volte stoni con battute sessiste a danno della stessa Santelli: al vecchietto Mister Fininvest si perdona questo e altro. Regalandogli numeri nulgari che pare essere tornati a prima del bunga bunga.

Poveri calabresi. Loro, così coraggiosi nel mandare a casa ogni volta il governatore… sbagliato, alla fine cambiano tutti per tenersi di fatto il (più) vecchio. E la Calabria si riscopre forzista. Come se il tempo non fosse mai passato, quaggiù. In una tarantella, questa sì, dall’intonazione raccapricciante in cui chi danza prima fa la fila per baciare la mano al Cavaliere e poi, chi sa, va all’incasso per chiudere il cerchio.

Così riparte la Calabria. Con la foto simbolo della sua atavica schiavitù politica: un sindaco che bacia la mano a don Silvio. Perché il rispetto non si predica a parole, in certi angoli e in certi ambienti, ma si ammanta di gesti concreti, di chiari segnali. Abbenedica, servo vostro! E la presunta rivoluzione implode in un tonfo all’indietro. Il Gattopardo sorride e ringrazia. Anche colpa di una certa Sinistra e di Palla Palla che non ha avuto pietà di niente e nessuno nel suo non mollare né la presa né lo scettro – fino all’ultimo.

Buon lavoro, governatore Santelli. Faccia bene e per tutti. Pure se ci crediamo poco.


Presidente, questo è per te

3 commenti su “Abbenedica Vussuria”

  1. Con questo baciamano è stato sottolineato lo stato della Calabria e di buona parte dei calabresi: regione e popolo senza dignità e servile.

  2. Bisogna innanzitutto considerare che quasi il 60% dei calabresi non è andato a votare, perché non crede più alle promesse, quel restante 43% sono quei calabresi, non tutti naturalmente, autolesionisti, che hanno rovinato la Calabria dimenticando per opportunismo o per avere una memoria corta, che coloro che hanno votato negli ultimi vent’anni rappresentano la peggiore classe politica che la Calabria abbia mai avuto. I motivi sono noti a tutti: clientelismo senza precedenti, disoccupazione alle stelle, una sanità che fa pena, una giustizia menomata nell’assetto della sua organizzazione territoriale, una rete stradale degna del terzo mondo.

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