Io e te, però,
quando impareremo
a coccolarci un
poco? Magari quando
la sera cala sulle
stanchezze del
Mondo e lenisce
ogni dolore di
prima…
La nostra malattia
non è sentirci
in colpa perché
i cuori comunque
non ragionano:
quale giudice
potrà mai condannare
una simile follia?
Regalami il leggero
sfiorarmi delle
tue mani, offrimi
il canto dolce delle
tue labbra.
Ricordami che le
anime, quando
si ritrovano, non
parlano più e sanno,
infine, dare del
tu alla crudele dea
chiamata Felicità.
(18 maggio 2014)