A pagare è chi soffre

Tagliare. Tenere sotto controllo i numeri. Forbici e bilancino, senza fare sconti a nessuno. Costi quel che costi.

C’era una volta lo scialo. E tanti ne hanno beneficiato. Un’amicizia di quelle giuste ed era fatta. Entravi in Paradiso, un po’ come vincere al vecchio Totocalcio. Lo ricordate il Tredici? Ecco, quello.

Altri tempi. Prima Repubblica. Ora siamo oltre quei guasti. Viviamo nel futuro, non diamo più spazio ai furbetti. E addio all’andazzo di prima: rigore, serietà, onestà. E via i rami secchi. Via tutto. Troppo.

Perché noi siamo sempre esagerati, si sa. E con l’acqua sporca buttiamo pure il bambino, poveretto. E non ci fermiamo mica, no. Siamo coriacei, continuiamo anche al di là della razionalità. Decisi.

Una logica del genere ha procurato, forse, il più grande scempio sociale possibile nelle Periferie italiche. I ragionieri dello Stato italiano hanno trovato la soluzione ai danni del passato. E addio Sanità.

Ai tempi dello scialo lo Jonio ha quattro ospedali. E una serie di guardie mediche e dispensari da fare invidia alla Svizzera. La gente entra nelle farmacie e prende medicine come a una svendita della Lidl.

Esagerato, insostenibile: certo. Qualcosa va cambiata e in effetti più d’una cosa cambia. Chiusi i presidi di Cariati e Trebisacce, ridotti al nulla o quasi quelli di Corigliano e Rossano. Personale carente, servizi idem. E chi sta male paga per tutti.

Colpa di Caio, negligenza di Tizio. Da noi siamo strani: tu chiedi aiuto e un mare di benpensanti ti spiegano a chi devi la tua sofferenza. Ma una soluzione mai. E mentre si accusa chi ha governato e chi lo farà domani, le ambulanze non funzionano, i reparti chiudono, ci sono più topi che infermieri.

Così si sta in una terra di Confine. Ultimi. Senza dignità, senza diritti. In mano a Cristo, se pure Lui ha voglia di aiutarti. E se hai soldi allora vai dai privati a curarti. Se no aspetti. Se no muori.

Perché non si vive, qui. Mentre insegniamo ai ragazzi i diritti e i doveri. Mentre diciamo no alle Mafie. Mentre ce la prendiamo con gli stranieri o una barca a Lampedusa. La Tv ci addormenta e noi cadiamo in questo nostro letargo letale. E moriamo, appunto.

Il resto leggetelo nei racconti di chi aspetta un’ambulanza. O un esame. O un consulto medico. Aspetta tu che aspetto io. Finché diventiamo solo parte delle statistiche del caso…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi