Tolosa 2015 – Il Maestro gentile

Amnesie. A ogni partenza ce ne vuole qualcuna, se no che gusto c’è? Stavolta no, però, non mi farò fregare. E controllo, ricontrollo, torno indietro e divento quasi paranoico.

Ci sta, si può sfidare la pioggerellina coriglianese che mi saluta scappando verso l’appuntamento con il bus per Roma.

Ho controllato tutto, tranne me stesso. E così mi ritrovo senza il mio cappello nuovo “féscion” preso ai saldi di “Calliope”. Eccheccacchio. Un po’ mi ci arrabbio ma poi non ci penso più: alla prima sosta o già dalle parti della Tiburtina cercherò un negozio in cui scegliere un altro cappellino alla “Gomorra”.

Intanto nevica che pare la Siberia. A Castrovillari i primi fiocchi. A Morano non ti dico. Tra Lauria e Lagonegro ci sorpassa la slitta di Babbo Natale. Sarà un viaggio avventuroso, mi prendo in giro da solo. Già, solo: era da un po’ che non mi facevo un giro così lungo senza compagnia. Un pensiero appena. Passa.

Chi viaggia solo guarda in modo diverso il mondo. Ha tempi più lenti, non ha doveri verso alcuno – salvo che per gli orari dei mezzi con cui viaggia. All’inizio hai l’impressione che tutti ti fissino, magari pensando “Guarda quel poveraccio solo soletto”. Non è vero, non ti calcola nessuno. E poi, questo nostro è un mondo solitario.

Dopo la Lucania, pioggia. E freddo. E Roma, infine: finanche qualche carezza di sole negli ultimi chilometri. In tasca un bel ritardo by meteo. Allora via con il trenino verso Fiumicino, attenderò lì. Ma prima, tanto per non farci mancare nulla, una sosta imprevista: una stazione prima di Fiera di Roma, ecco che il convoglio si blocca senza corrente. Dobbiamo aspettare il prossimo treno: evviva.

In aeroporto è la solita fiera di colori, lingue e rumori. Compro l’ultimo libro di Eco e non penso di prendere un caffè: me ne pentirò nei prossimi giorni. In fila per l’imbarco conosco Gianvito e la moglie, simpatici baresi ospiti come me di Rocco Femia. Poi trovo posto in aereo e alle mie spalle…

Non è la prima volta che in aereo incontro personaggi famosi. Stavolta tocca al regista Giuliano Montaldo. È uno degli ospiti d’onore a Tolosa, dove vado io. Che faccio, lo saluto? Ma si: “Buonasera, maestro. Viaggiamo verso la stessa meta”. Per un attimo temo una sua pernacchia. Invece sorride ed è subito amabile.

Verso le 19,30 sono a Tolosa. Nevica. Fa un freddo da sconsigliare lo shopping finanche agli eschimesi. L’accoglienza è caldissima, però: quelli di RADICI sono gentili, la città è bellissima già ora, per quel poco che spio dall’auto che ci accompagna in hotel, nel centro storico di Tolosa.

L’incontro con Rocco è davvero un piacere. Abbiamo poco tempo, dobbiamo cenare. Sfidiamo il freddo e siamo al secondo piano di un locale molto elegante. La divisione dei posti a tavola è un dramma, non hanno tavoli così lunghi e noi siamo tanti. Dove mi sederò? Mi tocca di stare al tavolo con quattro che manco conosco.

Vabbuò, ma io chi conosco qui? Allora, pazienza… mi devo “accontentare” di chi mi sta accanto: un simpaticissimo Giuliano Montaldo, capace di ricordare i grandi del nostro Cinema mentre si inventa barzellette su tutti e tutto, un più pacato Giuseppe Tornatore, una sorridente e preparata Giusi Nicolini, sindaco di Pantelleria.

E quando mi ricapita più una cena così. Per me potrei già ripartire. Come se ci conoscessimo tutti da una vita, si torna in hotel. A piedi, nel gelo, perché siamo a pochi passi dalle nostre camere e dalla notte. Cerco Rai 1 sul telecomando e mi lascio ipnotizzare dalla stanchezza. La stanza è calda e io mi arrendo subito.

(10 febbraio 2015 – facebook)

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