E tu arrivi

E tu arrivi. Come un
debito da saldare, torva

in viso, impietosa.
Ti vedo sederti muta,
vicino, il labbro basso:
ascolto il tuo
respiro, osservo le dita
che giocano nel solco
delle tue mani
piccole.
Parlami. Stanotte dimmi
cosa non mi perdoni.
Te lo chiedo ma so
già che è verbo inutile,
parola che non frutta,
deserto di carne.
La notte ci pesa addosso e
così restiamo, a punirci
per ciò che non abbiamo
saputo chiedere al
Destino. Io come uomo,
tu come mio futuro…

(2 luglio 2013)

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