Bella & infelice

All’improvviso, l’illuminazione. “Vorrei delle ali grandi per volare… la mia vita è vuota”. È una bella donna, giovane, ricca. Ha una bella famiglia, come si dice in questi casi.

Veste griffata, viaggia, cresce i suoi figli e in giro, quando è in giro, non dimentica mai il sorriso di circostanza. Cosa le manca? Le ali, appunto.
Chi sa dove vuole volare, la bella signora. Il guaio è che lo racconti a un perfetto sconosciuto. Si abbandona a una chat di Facebook e ci vuole poco per… spogliare la giovane infelice. Che non si ferma più. Non la capiscono, non l’apprezzano, non le danno spazio, non la lasciano libera di esprimersi. Allora ci sta Facebook. E qualche sconosciuto con cui lasciarsi andare. Due settimane dopo, questo stesso sconosciuto andrà cancellato dal Facebook della bella signora per onorare i desideri del proprio clan.
Ma stasera no. Le ali prudono sotto la pelle delle spalle di una madre scontenta. Non è ricca di suo, e ciò le pesa addosso come un macigno: quello che ha è del clan del marito. Lei prende le molliche, seppure dorate, che qualcuno le getta sotto il tavolino. Non è innamorata di quel marito cafone e lo dice pure alla fine. Ma che fare? Se lo lascia, manco un lavoro ha: quello che fa, seppure dorato, è un continuo mendicare. Che ora le pesa. Ora… qui su Facebook, con questo pc che le fa da confessore. Prima di coricarsi con quell’uomo che finge di amare. Prima di far finta di gemere se lui avrà voglia.
Chatta, quindi. Ed è una cascata di input binari da con cui giustificarsi per tanta infelicità. E impotenza. E viltà. Tante altre amiche su Facebook raccontano di altrettanti matrimoni-farsa. E di come sia quasi impossibile dire “Basta. Devi capire, mica è facile”. L’interlocutore di turno legge, all’inizio obietta qualcosa, poi si arrende: sono bugiarde finanche con loro stesse. Lasciare un uomo che ti rende infelice dovrebbe essere un dovere. Per sé stesse, per la propria dignità. Invece no, si straparla, si piange. Ma sono bugie dette e scritte per sentirsi, almeno un attimo, migliori.
“Vorrei delle ali“. E prenditele allora. Ma davvero. Invece no, invece nulla. E appena il clan ordina, ecco che la bella signora-mantenuta obbedisce pure su internet. E il vecchio confessore virtuale si ritrova cancellato, bloccato. Solo perché magari le famose ali, lui, in qualche modo se le è prese davvero. Altro che parole. Vorrebbe le ali, lei, o vorrebbe… altro, alla fine della fiera? Che sia soltanto questo il grande dilemma di queste infelici? Sui Social è facile pensare male. Così stavolta.
Ai maligni resta il dubbio. A certe giovani infelici resta una vita senza senso.

  • ritroviamo questo file negli archivi di ciò che resta di SibariTv: chi sa cosa/chi l’ha ispirato, davvero troppo tempo fa (è dell’agosto 2012) – forse, però, certe infelicità sono ancora attuali e decidiamo di condividere qui questo vecchio testo (senza altre grandi motivazioni o messaggi di sorta)

(2 luglio 2018)

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